Likesturbarsi

like

Che tipo di piacere provoca un like? Me lo sono chiesto molte volte.
Ma ancora non ho trovato una risposta appagante. La capacità di seduzione di un like credo che sia collegata alla ricerca di sentirsi apprezzati, di avere conferme, di ricevere un consenso.

Il consenso è un tesoro che molti di noi cercano come l’Archengemma e con il quale molti arrivano a misurarsi anche di fronte a uno specchio.
Ma il consenso non arriva mai, o comunque raramente, solo perché sei un ganzone di tuo.
A chi ti paga con un like, devi per forza offrire in tributo di una parte di te. Nessuno ha mai preso 300 mi piace per aver detto semplicemente “Buonasera” (eccezion fatta per Papa Bergoglio e Mike Buongiorno).
Sull’altare dei like devi lasciare qualcosa di prezioso e intimo: il tuo gatto, la tua salute, tuo figlio appena nato o un residuo della tua vita privata.
Se sei disposto a lasciare tutto questo allora sarai ricompensato.
Devi sforzarti di dire cose irripetibili che ti faranno perdere il lavoro, gli amici, i parenti che non vedevi da anni. Devi dire che le cose non vanno perché garba di più che dire che va tutto bene. Devi criticare, attaccare, polemizzare. Solo così sarai ripagato con una grandinata di pollici eretti.
E quando la sera farai la conta dei tuoi “mi piace”, ti sentirai ricco e ti domanderai perché ancora i fornai non accettano like in cambio di pane.
E’ un piacere individuale che tutti proviamo ma che ognuno di noi si vergogna a dichiarare.
Perché facciamo questo tutti, tutti i giorni, non l’ho ancora capito.
L’unica cosa che so è che a guardare il telefono per vedere quanti like arrivano, ci si perde la vista. Forse avevano ragione quelli del catechismo: la masturbazione fa diventare ciechi. Soprattutto quella mentale.

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