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dario fo

La rarità del talento umano

Il talento umano non è infinito. E’ inestimabile ma è assolutamente numerabile. Mi spiego meglio: se oggi al mondo le persone viventi sono circa sette miliardi, a mio avviso sarebbe possibile quantificare l’esatta quantità di talento disponibile oggi nel mondo. Con un ragionamento da Bustine di Minerva mi piacerebbe dividere il mondo in chi ha talento, se pure in minima parte e chi non ne ha affatto. Tra chi non ne ha affatto potremmo enumerare gli zotici, i copiaincollatori, gli ignavi. Tra gli altri potremmo cercare di categorizzare le varie tipologie di talento: il talento artistico, il talento politico, il talento manuale, il talento sportivo e aggiungete voi tutto ciò che vi passa per la testa.

Siccome gli esseri umani sono un numero finito, anche il loro talento è finito. Per questo, come per il petrolio, possiamo dire che il talento è una risorsa esauribile. Pensiamo ad un mondo fatto soltanto da zotici, copiaincollatori e ignavi. Sarebbe un mondo privo totalmente di talento.
Per questo, se consideriamo il talento alla stregua del petrolio, dell’oro o dei diamanti, possiamo dire con certezza che il talento umano è prezioso.

Questo lungo preambolo è per dire che quando scompare una persona piena di talento è come se bruciasse un pozzo di petrolio o crollasse una miniera di diamanti.

Quindi se muore Dario Fo, Albertazzi o Oriana Fallaci non son morti “Un voltagabbana”, “Un fascista” e “Una razzista”, sono morte tre casseforti del talento. E si può essere in disaccordo totale con un pensiero di Fo, con una dichiarazione di Albertazzi, o con uno scritto della Fallaci ma non si può riconoscerne il valore in termini di talento, di capacità di creare discussioni, di fare riflettere e di stimolare il mondo ad allontanarsi dagli zotici, dai copiaincollatori e dagli ignavi.

Per cui, secondo me, il talento ci protegge e ci difende dalla negazione del talento. E quando se ne va uno di questi beni preziosi, dovremmo evitare di seppellirlo con un’etichetta politica o di parte (che poco ha a che fare con la purezza del talento) e renderci conto che abbiamo perso un pozzo di petrolio e quindi che siamo un pochino meno ricchi di quanto lo eravamo ieri.

Da l’Orazione Funebre di Alberto Moravia a Pier Paolo Pasolini

“Abbiamo perso prima di tutto un poeta. E poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo.

(applausi).

Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeta. Il poeta dovrebbe esser sacro.”