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Il correttore di buzze

E’ inutile nascondersi dietro ad un dito (anche perché non saprei come entrarci): sono ingrassato. Ne ho avuto la prova ieri quando ho parcheggiato la macchina accanto a un suv e per uscire ho dovuto chiamare un’ostetrica.
Il fatto è che ingrassare è parecchio più divertente che dimagrire. E questo è un dato di fatto. Il vero problema è che la maggior parte delle cose divertenti sono più facili se non sei un lottatore di sumo. A meno che tu non voglia fare il lottatore di sumo. In quel caso il sumo è una della cose divertenti da fare nella vita.
Purtroppo il mondo non è esattamente pensato per chi ha problemi di eccesso adiposo che, soltanto a dirlo, sembra qualcosa di schifoso.
Ci vorrebbe qualcuno che ti corregge come avviene quando stai per pubblicare un libro: un “correttore di buzze” che ti evidenzi su un pdf le cose che non vanno e te, con un semplice “seleziona e cancella” potresti risolvere i tuoi problemi di fiatone, ansia, stress, depressione, fame atavica, ipersudorazione, apnee notturne, calo della libido e impossibilità di legarsi le scarpe senza riprendere fiato tra l’una e l’altra.
Purtroppo il correttore di buzze non esiste. Dopo una bella discesa c’è sempre una brutta salita. Tocca rimettersi a dieta. Comincio lunedì. Forse.

coubert

Odor di presidenza

La realtà è evidente: c’è una cosa che inizia per P e che piace un po’ a tutti.

Il Potere, si intende.

E non è per il denaro, è proprio per il Potere.
Non vi fate gabbare: il Potere piaceva anche a Gandhi, a Madre Teresa e a Papa Wojtyla. E loro non erano proprio degli assatanati di sesso, diciamocelo.

E’ che se una persona manifesta contemporaneamente la sua immensa smania di scaldare una poltrona e contemporaneamente la sua immensa smania di accoppiarsi con chicchessia, per noi persone medie del primo ventennio degli anni 2000 non va bene. E ci spingiamo oltre: la seconda cosa per noi è molto più deprecabile.

Badate bene, il prurito sessuale, se esternato singolarmente da chi non ha velleità di candidatura può farcii diventare delle star. Prendete Valentina Nappi, o Madonna, o Miley Cyrus. Ma se un candidato si mette a cavallo di una palla per demolire palazzi oppure fa un video in cui lecca un martello, spalancati cielo. Non si fa!!!

Non ci piace un Presidente che ha le stesse manie di Bill Cosby ma ci accontentiamo di gente che non ha la minima idea di come uscire dalla crisi, di come far quadrare i conti, di dare precedenza ai giovani invece che alle lobby.

Non lo so, sono combattuto. Mi ero illuso che con il cambio del marchio del Gruppo Fiat in FCA, in parte avremmo superato questo problema ma evidentemente non è così. Ci hanno stordito con una campagna elettorale fatta di insulti. Ci hanno fatto credere fino all’ultimo che il candidato meno incline al “basta respirino” fosse quello migliore e abbiamo anche perdonato quel debosciato di suo marito, che abbiamo guardato con disprezzo per un paio di decenni dopo che aveva fatto uscire il merlo dalla gabbia in maniera del tutto impropria.

Ci siamo autoconvinti che il problema di Silvio fossero i rapporti avuti con Ruby e non quelli con Mangano. Ci hanno fatte vedere il dito invece della luna e vi assicuro che era il dito medio.

Abbiamo imparato che quella cosa che piace a tutti, noi non ce la possiamo permettere e che è meglio dirci #staisereno, il tuo momento non è esattamente #adesso. Ci siamo rassegnati, c’è anche chi è sceso in piazza mandando tutti a quel paese e ancora quella cosa che piace a tutti non l’abbiamo nemmeno annusata.

Non è il nostro turno, evidentemente.

Però oggi, con tutto quello che è successo in America ci viene una domanda: “Va bene! Niente Potere, ma almeno un po’ di fica???”

Stanotte ho capito perché siamo infelici: perché ci hanno insegnato che comandare è meglio che fottere.

E a noi, poveri mortali senza potere e poco attivi sessualmente, non resta che sfogarci con le solite masturbazioni mentali.

“Comandare è meglio che fottere. Ma anche fottere ha il suo perché!” (D. Trump, libera interpretazione)

Ps. L’immagine è uno scatto dell’opera “L’Origine del Mondo” di Gustave Courbet

donald trump

I Clito Ridens (e l’Ossessione del Sessismo)

“Ahi, ahi ahi, Signora Longari; mi è caduta sull’uccello!” (Mike Buongiorno)

Grazie al cielo non devo votare in America. Sono sollevato di non dover uscire di casa e recarmi a prendere una scheda sulla quale mettere una croce che per me sarebbe comunque sbagliata. Già me lo fanno fare in Italia, di farlo anche negli Usa non ne avrei proprio voglia. Però, come tanti, mi interessa sapere chi vincerà, non fosse altro che per i film che mi toccherà vedere nei prossimi anni. Vorrei sapere chi dei due influenzerà di più Hollywood: Clint Eastwood o Will Smith? Mi piacerebbe sapere se il mio nemico nei prossimi dieci anni saranno gli Arabi o i Maori. Il diabete o la celiachia?

Chi l’avrebbe mai detto; la battuta d’arresto di Donnie non fu il muro contro i messicani, il sostegno della lobby delle armi, il terrore di un’invasione di Marte. La battuta di arresto per l’Ex Futuro Uomo Più Potente Del Mondo è una battuta sulla fica. Fuck off! Sei fuori!

Siamo un popolo di iene ridens che si cibano di nefandezze, siamo disposti a dare il voto a persone di cui non ci fideremo a lasciargli neanche il nostro ombrello ma ciò che ci indigna veramente sono le battute a sfondo sessuale. Siamo un popolo di “clito ridens”: da soli sghignazziamo sul nostro amico minidotato ma se in pubblico ci tocchi quel bottone, saltiamo sulla sedia.

Che ci vuoi fare, siamo quelli per cui in politica se “Ruby” (per questo ha la maiuscola) è più grave che se “rubi” (per questo ha la minuscola).

Il sesso passa immediatamente, buca lo schermo, è di facile comprensione. Per questo se dici: “il Candidato, nel 1973 era in tempesta ormonale e dichiarò che avrebbe trombato volentieri anche sua nonna”, risulta più deprecabile che “il Candidato ha dichiarato ieri che i Messicani sono tutti dei cani rognosi che vanno messi in una fossa comune”.

Se volete candidarvi adottate una strategia di comunicazione aggressiva, persino violenta in certi casi. Pensate le prime dieci oscenità che vi vengono in mente per denigrare poveri, immigrati e disabili, ditele e tutto sarà ok. Esprimetevi con iperboli che incitano all’odio e alla demolizione di chi non vi sostiene e salirete nei sondaggi. Pensate il peggio e raccontatelo; ma per carità, tenetevi alla larga dal sesso, altrimenti la vostra candidatura durerà quanto un’eiaculazione precoce.

Perché quello che conta, è che i clito ridens, non inizino a sghignazzare di voi. E che non pensino che anche voi avete la vostra Lewinski nell’armadio (che proprio uno scheletro non era).

Il sessismo è la nostra ossessione.
Ma forse è solo perché ci hanno abituati a fare solamente dei ragionamenti del cazzo.

julio-iglesias

Il Paraculio

“A volte sono un bastardo e a volte un buono”, cantava il grande Iglesias Sr. Ecco, io oggi sono un bastardo. E voglio descrivervi il più viscido degli esemplari di essere umano: il “Paraculio”. Io lo chiamo così perché ha un sorriso sempre a 64 denti, proprio come il buon vecchio Julio. E come lui ha una grande capacità di sedurre gli sciocchi. Lo conoscete tutti, dovete solo dargli un nome proprio.

Il Paraculio è come i gatti, cade sempre da ritto e se fosse una fetta biscottata imburrata, state certi che non cadrebbe mai dalla parte del burro. Il burro gli serve piuttosto per farvi la festa, e spesso ve la fa anche senza burro.
Il Paraculio era il più viscido dei vostri compagni di classe, quello che non vi passava mai il compito, quello che per fare bella figura vi passava sopra. Ognuno di noi ha un suo Paraculio personale.
Il Paraculio ha sempre vissuto all’ombra di qualcuno più potente di lui e quando vi ha fatto una telefonata era senz’altro perché gli serviva qualcosa da parte vostra.
Il Paraculio fa sempre buon viso a cattivo gioco e ve lo ritroverete nel mezzo per tutta la vita. Sarà quello che vi inviterà al proprio matrimonio perché gli conviene, al battesimo di suo figlio perché gli fate comodo. E quando voi cadrete in disgrazia, e voi lo farete dalla parte imburrata, statene certi, il Paraculio si dimenticherà di aver salvato il vostro numero in rubrica.
Quando il Paraculio sarà ad una cena e qualcuno parlerà di voi, negherà di aver fatto finta di esservi amico e lo farà anche prima che canti il gallo. “Sì, lo conosco di vista…”
Il Paraculio farà carriera, voi no.
Il Paraculio troverà i pertugi da cui passare, perché quando si sguiscia ci si infila dappertutto.
Il Paraculio lo troverete ad attendervi con la corona di fiori hawaiana, quando sarete riusciti a rialzarvi, e penserà di avere nuovamente bisogno di voi.
E’ in quel preciso momento che voi, con tutte le vostre forze, dovrete sfoderare il più luminoso dei vostri: “Telovappigliannelculo!”. Poi lo guarderete negli occhi e con una pacca sulla spalla gli direte: “Addio, caro.”

E vi sentirete le persone più felici dell’universo.

cicogna

25 titoli gratuiti (su richiesta del Ministro)

Diciamoci la verità, fare la pubblicità è un hobby come un altro. Mica vorrete pagarci per divertirci. Per questo ho deciso di regalare al Ministro della Salute 25 titoli alternativi (rigorosamente gratis) per una nuova campagna del #fertilityday. Propongo anche di segmentare il target per aumentare l’efficacia di questa importante campagna di sensibilizzazione. Nell’attesa di trovare un Ministro bravo, che faccia il suo lavoro bene e magari a titolo gratuito.

Titolo gratuito 1. “Più figli, meno pausa.” (sarebbe pertinente per chi si è dimenticato di rimettere l’orologio biologico)
Titolo gratuito 2. “Spread your legs” (sarebbe sessista e inutilmente anglofono ma piacerebbe a Mario Monti)
Titolo gratuito 3. “Io sono tuo padre!” (perfetto. Soprattutto se sei un fan di Guerre Stellari)
Titolo gratuito 4. “Basta un sì” (per quelli che la chiedono sempre senza successo. E per chi segue le indicazioni del Governo in materia referendaria)
Titolo gratuito 5. “L’ovulo di Pasqua” (per quelli che si accoppiano solo per le feste comandate)
Titolo gratuito 6. “Vengo anch’io!” (per i fans di Jannacci)
Titolo gratuito 7. “Riproduzione fedele” (per coinvolgere la nicchia dei venditori di film piratati. Ma solo quelli che portano rispetto al partner)
Titolo gratuito 8. “Vergine? No, gemelli!” (per gli amanti dell’oroscopo)
Titolo gratuito 9. “Cambia verso” (per quelli che non hanno ancora capito che con l’anal non si concepisce)
Titolo gratuito 10. “Mona lisa” (per signore venete che l’hanno usata troppo)
Titolo gratuito 11. “Il seme della Concordia” (questo no. A meno che tu non sia Schettino)
Titolo gratuito 12. “Ovulo sodo” (per gli appassionati dei film di Virzì e per i duri di comprendonio)
Titolo gratuito 13. “Un due tre…sperma!” (per coloro che adorano i giochi della nostra infanzia)
Titolo gratuito 14. “Le gocciole” (per i golosi di biscotti)
Titolo gratuito 15. “Mamma Maria” (per quelle che pensano di poter concepire restando immacolate e ascoltano i Ricchi e Poveri)
Titolo gratuito 16. “Ben venuti” (per persone educate e uomini zerbino)
Titolo gratuito 17. “Dai, pe’ du’ gocce…” (per chi non usa il preservativo e nemmeno l’ombrello)
Titolo gratuito 18. “E’ tardi! E’ tardi!” (per donne over 45 e per il Bianconiglio)
Titolo gratuito 19. “La principessa sul pisello” (per una gravidanza da favola)
Titolo gratuito 20. “Ho fatto sega” (per donatori di seme che marinavano la scuola)
Titolo gratuito 21. “La volta buona” (per gli ottimisti all’ennesimo tentativo)
Titolo gratuito 22. “Inconcepibile!” (per i pessimisti)
Titolo gratuito 23. “Ma Ratzinger come sta?” (per chi lo fa ogni morte di Papa)
Titolo gratuito 24. “Uccello del malaugurio” (per chi pensa che riprodursi abbia delle conseguenze nefaste)
Titolo gratuito 25. “Sono cazzi miei” (per persuadere chi è ancora convinto che i figli ognuno possa decidere di farli se e quando gli pare)

Scusate le volgarità eventuali.

L’immagine è un fotogramma del cortometraggio Pixar “Partly cloudy”

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#Fertilityday: un suicidio assistito (con visto si stampi)

Ragazzi abbiamo fatto un passo in avanti: il Ministero della Salute ha sdoganato in Italia il suicidio assistito. Il suo.

Da pubblicitario di provincia evito sempre di fare sparate contro chi fa il mio mestiere. Anche perché conosco bene i miei polli e so con certezza che molte delle ciofeche che escono fuori sono il risultato di un processo che parte dalle migliori intenzioni di una stanza di creativi per arrivare a spiaccicarsi contro il muro delle virate a gomito del cliente. Non che ci sia qualcosa di difendibile nella prima e nella seconda uscita della campagna del Fertility Day. E’ come se il cliente si fosse fatto esplodere con una cintura di tritolo e, incredibilmente sopravvissuto, avesse chiesto all’agenzia: “ora per favore, mi metti anche una bomba a mano nel culo, ok?”

Il problema non è il brief che evidentemente parte da delle basi razziste, superficiali e brutte a livello concettuale nel dividere il bene e il male, nel contrappore gli eiaculatori feritili e le ovulatrici sterili, i bianchi caucasici trovati su Shuttertock ai negri che si fumano l’hashish con delle groupie invece che con le ragazze del Coyote Ugly, le foto stinte a quelle seppiate, il mare d’inverno alle sere a casa di Luca.

Il problema non è il copy che mette “compagni” tra virgolette per strizzare l’occhio a tutti quelli che odiano i kommunisti. O il grafico che usa le ombre come farebbe Ray Charles. O quella frattura tra il bene e il male che ricorda con un tempismo invidiabile il grafico tellurico di Amatrice.

Il problema è il “visto si stampi”. Perché, forse tutti non lo sanno, ma ogni agenzia, anche quelle più scrause, ormai si fa dare un ok dal cliente prima di uscire con una campagna. E’ come dire, caro Ministro, io ti avevo proposto una attività di storytelling che avrebbe fatto piangere mezza Italia, ti avevo detto di fare le foto con modelli che non fossero quelli di Baywatch, ti avevo detto di testare la campagna, ti avevo detto che mi è morto l’art director, ti avevo detto che così facciamo la fine di Thelma e Louise ma se mi dai l’ok (e se mi paghi la fattura tra 180 giorni), io vado. Hai capito? Vado.

Ok!

E ora sono cazzi!

 

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La comunicazione ha sempre degli effetti, come le medicine. A volte sono effetti blandi, altri dei palliativi, a volte sono molto positivi e a volte letali.

Se il Ministero della Salute, invece, avesse trattato i pubblicitari come se fossero dei medici che hanno la competenza e l’autorevolezza per prescrivere una terapia, la situazione, magari, sarebbe stata la seguente:

Account: “Signor Ministro, dalle analisi che vedo posso riscontrare che lei ha due linee di Bisogno di sparare baggianate. Le assicuro che la sua non è una malattia rara e che in questi casi trattiamo il paziente con una terapia molto efficace ma deve andare da uno bravo, uno specialista. Non si può affidare al primo che capita perché è il cugino del suo sottosegretario.”

Ministro: “Dottor Account, mi fido ciecamente delle sue prescrizioni e domani fisso un appuntamento.”
Account: “Tra l’altro non c’è neanche da passare dal Cup. Ci vediamo in agenzia dove troverà il nostro personale altamente qualificato che starà con lei per tutto il tempo della campagna.”

Ministro: “Posso fare delle correzioni?”

Account: “Forse non ci siamo capiti. Lei sta tirando il calzino. Se vuole andare avanti così faccia pure”

Ministro: “No no, facciamo come dite voi.”

Account: “Ok?”

Ministro: “Ok!”

 

Account ai creativi: “Ragazzi, c’è da fare nottata, questo è un caso disperato! Lo stiamo perdendo, lo stiamo perdendo…”

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15 scuse e falsi luoghi comuni sull’essere grassi

Convivo con un grasso da 41 anni e da lui ho capito che chi è molto sovrappeso tende a nascondersi (che tanto poi sei grasso e ti si sgama), dietro a scuse e falsità. Non ce ne vogliate, non è colpa nostra, siamo così di costituzione.

I grassi sono più simpatici – vero in parte. Enrico VIII ha fatto fuori tre mogli e anche Barbablù non era proprio un’acciuga.

Grasso è bello – Provate a fare un anno da Mac Donald’s e poi andate a chiederla a Belen, vediamo che cosa vi risponde.

Quel che non ammazza ingrassa – falso! A volte ingrassa anche ciò che ammazza, avete presente la Nutella, la Coca Cola e la cugina di Avetrana?

Non è tutto grasso che cola – falso. Pensate ad un pomeriggio d’estate, a pieno sole e voi che con i vostri 100 e passa chili, risalite come un salmone una bella stradina in salita, magari con una borsa della spesa in una mano e il guinzaglio del vostro labrador nell’altra. Poi ne riparliamo.

Ho le ossa grosse – Magari avete ragione, però non credo di aver mai visto in nessun museo scientifico scheletri con costole che pesavano tre chili l’una. Quella delle ossa, diciamocelo, è una scusa.

Sono così di costituzione – Vabbè, ne riparliamo dopo il referendum.

Per dimagrire bisogna bere tanto – Falsissimo. Ne ho le prove! Io bevo tantissimo!

Sono grasso perché ho appena smesso di fumare – Il problema è che questa è una scusa che accampa anche chi ha buttato via l’ultima sigaretta anche dieci anni fa. Non regge.

In famiglia siamo tutti grassi – Falso (a meno che tu non ti chiami Grassi di cognome). Ho visto bambini obesi con genitori che facevano la maratona di New York e ragazze magrissime figlie di madri che sembravano balenottere azzurre. Pensate alla famiglia Addams: Gomez e Morticia hanno due figli ma solo uno è ciccione. Ed è quello che mangia.

Eppure non mangio mica tanto – falsità clamorosa. Ti ho visto fare colazione con due bomboloni e mezzo litro di cioccolata calda, su…

Sono grasso perché sto attraversando un periodo di merda – scusa. Tutti i poveri disgraziati usciti dai campi di concentramento non è che avessero avuto un bel periodo…

Porco grasso non è mai contento (proverbio veneto) – non è vero. Portatelo a cena e gli vedrete brillare gli occhi.

Non si diventa grassi da Natale a Capodanno ma da Capodanno a Natale – vero ma in parte. Nei giorni che vanno da Santo Stefano a San Silvestro il grasso, che di solito preferisce il mangiare al digiuno, combatte con il proprio frigo nel tentativo di svuotarlo completamente da qualsiasi avanzo. Produce polpette mescolando carne bollita e pandori, panforti e pollo in galantina. Poi, dopo Capodanno, promette a se stesso diete che procrastinerà fino alla vigilia del Natale successivo. Ad libitum.

Non sono grasso, sono basso – di solito è una scusa, a meno che tu non sia il Pinguino di Batman o uno dei sette nani. In quel caso sei ANCHE basso.

Non sono grasso, ho preso una taglia sotto – falso. Un grasso prende sempre due taglie sopra, fino a che le trova. I vestiti elasticizzati e gli indumenti a righe (soprattutto orizzontali) sono i veri nemici dei grassi. E’ preferibile indossare un capo d’abbigliamento nero perché, dicono, il nero sfina. Evitare come la peste, per questo stesso motivo, i profilattici neri. A meno che tu non sia Rocco Siffredi.

Un grasso non è mai felice – falsissimo. Una volta ho conosciuto un napoletano che si chiamava Felice e sarà stato 150 chili!

Immagine di testata: Fernando Botero, Monna Lisa (1963)

tempo

Ricetta per restare per 20 anni con la stessa persona (senza annoiarsi mai)

Se desiderate avere un rapporto a due lungo e senza noia, seguite questa ricetta. Potete cambiare quasi tutto in base ai vostri gusti ma poi non dite che non vi avevo avvertito.

Ingredienti per due persone:
Stima reciproca: un quintale,
Rispetto: un kg a testa,
Fiducia: a piacere,
Gelosia: solo due gocce, altrimenti rovinate il piatto.

  • Iniziare pensando che la persona che sta con te sia la migliore del mondo e che anche il Mondo là fuori non è poi così male.
  • Non dimenticare mai di avere degli amici. Cenare con loro spesso.
  • Portare rispetto. Soprattutto a se stessi.
  • Evitare di parlare di lavoro a casa e di casa a lavoro.
  • Andare a vedere almeno 20 capitali diverse.
  • Apprezzare i difetti dei parenti dell’altro e cercare di correggere i difetti dei tuoi parenti.
  • Non rinunciare a niente di quello che puoi permetterti di fare.
  • Non disdegnare musei, teatri, concerti.
  • Informare l’altro delle decisioni che hai già preso. Se si arrabbia, spiegagli perché lo farai comunque. Ripetere l’operazione fino a che non capisce.
  • Non ingoiare rospi ma avere la capacità di perdonare.
  • Utilizzare la parola “vaffanculo” solo se si è pronti a ricevere in cambio un “vaffanculo te”.
  • Criticare l’altro con ironia, mai con acredine
  • Tradire con molta attenzione. E mai la fiducia.
  • Viaggiare molto. Soprattutto con le idee.
  • Evitare i ristoranti scadenti. Meglio cucinare da soli.
  • Pensare che siete due moto e non un sidecar.
  • Dare e pretendere rispetto in parti esattamente uguali.
  • Di sera, se l’altro è già rientrato a casa e la vostra giornata è stata una merda, fermatevi all’ultima rampa di scale e non rientrate fino a quando non vi torna il sorriso. Quando entrate salutate, meglio se gettandovi al collo dell’altro.
  • Ripetere ogni giorno. Anche quando non ci siete.

Agitate tutto molto, frullate e bevete d’un fiato.

lapo-e-lopo

Lapo e Lopo a scuola

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi dice: anche stamani sei arrivato puntuale!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi dice: anche stamani, sei arrivato?

Lapo: Ogni mattina vado a scuola con la cartella piena di libri, con l’astuccio, i quaderni e la merenda!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e quando arrivo dico sempre: madonna….la cartella!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi dice: “Se avessi due o tre ragazzi come te!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi dice: “Se avessi due o tre ragazzi come te, sarei un’insegnante di sostegno!”

Lapo: Ogni mattina vado a scuola con il grembiule e il fiocco celeste.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola con il grembiule, il fiocco celeste e tre o quattro frittelle sparse…sul grembiule.

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e faccio colazione con Kinder fetta al latte!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e faccio colazione con Kinder fetta al latte! Lecco la carta del suo! 

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e prendo dieci!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e prendo dieci scapaccioni da quelli di quinta!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi chiede i sette Re di Roma.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi chiede i sette Re di Roma: però quando arrivo a Pisolo, si incazza sempre!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e i miei compagni puliscono la lavagna con la cimosa.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e i miei compagni puliscono la cimosa con me.

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e lui mi copia.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e io lo copio. In questo si va d’accordo!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e prendo otto.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e prendo Otto… per la coda. Otto è il gatto della bidella!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e salto l’ora di religione.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e salto due ore di italiano.

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e sul quaderno la maestra mi ci scrive “Visto!”

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e sul quaderno la maestra mi ci scrive “Vispo…per niente!” 

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e mi mettono nella squadra di calcio della scuola!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e mi mettono nella squadra di calcio di un’altra scuola… qualsiasi!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola, il Preside entra in classe, legge i miei voti e mi fa i complimenti

Lopo: Ogni mattina vado a scuola, il Preside entra in classe, legge i miei voti e senza fare complimenti li gioca alla schedina: 1, 2, 1, x, 2

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e sui miei libri mi prendo sempre delle note.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e sul registro mi prendo sempre delle note.

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e per colpa sua la maestra mi dice: “Domani vieni accompagnato dai genitori!”

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e per colpa mia la maestra mi dice: “Domani vieni accompagnato dai genitori!”…Tiè, tanto so’ orfano!

Duetto tratto dallo spettacolo “Mattaglia, il Senso della Vita” (2009) di Roberto Ricci e Giampiero Cito (con una strizzata d’occhio a Giorgio Gaber).

L’immagine è una delle innumerevoli versioni della campagna Mac vs Pc.

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Fertility Nativity Day

Perché non tutte le coppie concepiscono per grazia ricevuta. Perché non tutte le coppie hanno i santi in Paradiso. Perché non tutte le coppie hanno una capanna sulla testa con riscaldamento annesso. Il Fertility Day prendiamolo a ridere, vai.

Nella foto, il riscaldamento.

M: Beppe, ho fatto il test?
G: Per entrare a medicina?
M: No imbecille, il test di gravidanza!
G: Come il test di gravidanza, gravidanza di che?
M: E’ venuto un angelo e mi ha detto che ero in stato interessante. Io non ci credevo e ho fatto il test. Oh te…
G: Angelo? Chi è questo Angelo?
M: Non lo so, si chiama Gabriele!
G: Angelo o Gabriele?! Lo sapevo che non ti dovevo lasciare a casa da sola!
M: L’Arcangelo Gabriele, duro! Dice che nascerà intorno a Natale!
G: Ecco! Fortunati come siamo stai a vedere che ci nasce proprio il giorno di Natale! Ma scusa una cosa Maria, come hai fatto a rimanere incinta se io e te, che tra l’altro si sarebbe anche marito e moglie, la prima notte di nozze ci s’ha sempre da festeggialla?
M: Lo Spirito Santo!
G: Ecco, dammi un gotto di spirito santo vai, è meglio!
M: Senti Beppe, io a partorire a casa un ci vorrei stare! S’andasse a Betlemme?
G: Sie meglio, con tutte quelle curve, poi sotto le feste in quel modo, voi sapè che casino si trova, no no…si sta dalla mi mamma.
M: Ma chi la conosce la tu mamma! Un si sa nemmeno chi sia la tu mamma. Non ce n’è uno che si ricordi della tu mamma!
G: Si va alla Salus!
M: Sie, poi viene della Pantera! E poi la Salus non c’è più da anni.
G: Almeno chiamiamo il Dottor Cito, io lo conosco, è bravo!
M: Bravo? Guarda come è venuto il su figliolo…figuriamoci i figlioli di quell’altri…
G: E allora dove vorresti andare, sentiamo!
M: Te l’ho detto, a Betlemme, ho trovato una stalla su Trip Advisor e c’era un commento di un pastore che diceva; “Ci sono stato da Dio!”
G: Maria, ascolta un attimino! Già questa cosa dell’Angelo mi puzza un pochino…poi la stalla. E con che ci vorresti andare a Betlemme?
M: Con la Due Cavalli!
G: Macché due cavalli, io al massimo c’ho un ciuchino!
M: Bel pezzente sei! Un falegname dovevo prendere! La prossima volta pei mobili fo’ da me e vò all’Ikea!
G: Si poi voglio vedere chi te li monta! Il ciuco va bene anche come riscaldamento, basta accoppialo con un bove e siamo apposto! D’inverno il bue e l’asinello e d’estate il pinguino!
M: Che figure mi fai fare? Verranno anche a trovarci i Magi!
G: Della Lupa?
M: I Re Magi! Melchiorre, Baldassarre e il Principe Marchetti!
G: Porteranno Frutta, Incenso e Mirra!
M: E’ la frutta del Marchetti, quella costa più dell’oro! Senti, ma come si chiama questo citto?
G: A me mi garberebbe venisse fuori una femmina! Se è femmina si chiama Caterina! Come la Santa!
M: No, a me i nomi sacri proprio un mi garbano! Chiamiamolo Ridge!
G: Si, Gesù…
M: O, lo sai che è ganzo…
G: Ridge?
M: No, Gesù
G: O, ma io scherzavo….

Duetto tratto dallo spettacolo di improvvisazione, “Mattaglia: default”, 23 settembre 2011. Cinque anni prima del Fertility Day.