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I Radio Dead

Mi sembra di intuire che questo 2016 non sia stato un anno molto gentile con le grandi personalità della scena musicale di tutto il mondo. Quando leggo la notizia, quasi sempre accade su Facebook o Twitter, mi dispiace, ci patisco, mi commuovo. Poi, nell’arco di 12/13 ore divento il primo tra gli “haters” della defunta celebrità. Oggi, ad esempio ho ascoltato più volte “Halleluyah” io di quante non ne abbia sentite l’amico diventato diacono, durante quattro anni di seminario. Grande, grandissimo Cohen, massimo rispetto per il suo talento. Ma perché farcelo odiare in così brave tempo condividendo tutti il suo capolavoro a nastro? E’ una domanda a cui ho cercato di dare una risposta e, siccome la logica non mi viene incontro, ho cercato di ricavare la risposta in maniera del tutto illogica.

Ipotesi 1: Tutti i condivisori sono convinti che con l’inizio della decomposizione si cancellino anche le tracce musicali. “Vuoi vedere che dopodomani non posso più sentire “Thriller”!!! Fammelo condividere per sicurezza, vai!”  Tranquilli ragazzi, Mozart non puzza neanche più, eppure…

Ipotesi 2: Ogni persona è convinta di essere l’unica ad avere accesso alla discografia di David Bowie, Prince, Freddie Mercury, Pino Daniele e ci vuol far sentire la loro produzione musicale per la prima volta. “Ehi, sentite questo qua che ha fatto!!! “Let’s dance”! Ditemi grazie!”, “Lo sapete cosa ha scritto Pino? “Napule è”! Forte no?” “Senti, senti “Somebody to leve” che ne pensi?”

Ipotesi 3: Ognuno pensa che Facebook funzioni come nascondino in cui si deve essere i primi  a fare tana. In questo caso “fare tana” equivale a condividere un brano dell’autore che si è appena spento e farlo prima degli altri. Spesso però non riesce perché la moglie dell’artista lo fa prima di te. Nel caso fosse vera questa ipotesi sono sicuro che l’eventuale decesso simultaneo dei Pooh sarebbe “tana libera tutti”.

Ipotesi 4: Forse la gente pensa che condividere quel pezzo: “E’ sempre meglio che condividere il mio gatto. Che poi tra l’altro non so neanche fare le foto.”

Ipotesi 5: Ostentare la propria cultura musicale. Qui l’unico autorizzato a farlo è il mio amico Emilio che ha visto più concerti che telegiornali. Per tutti gli altri, è bene sapere che non bastano 9 euro al mese di Spotify per diventare critico musicale.

Non so se qualcuna di queste ipotesi sia valida. Penso che siamo proprio strani e che fondamentalmente il gruppo musicale più condiviso su Facebook siano i “Radio Dead”. Che quest’anno stanno diventando tanti come un coro gospel.