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Il mio professore di filosofia

Il mio professore di filosofia del liceo si chiamava (e si chiama ancora) Alessandro e all’epoca somigliava molto a Sir Alec Guinness quando faceva Obi Wan Kenobi. Somigliava anche a Sean Connery vestito da frate nel film tratto dal più celebre degli scritti di Umberto Eco. Aveva la barba bianca da saggio quotidianamente ravversata, gli occhi chiari, la schiena dritta e l’andatura elegante.

E’ vero, a sedici anni hai in testa una cosa che inizia per FI e finisce per A, ma non è esattamente la Filosofia.

Ciononostante Sandro riuscì nella missione impossibile di farmi innamorare della sua materia. La prima lezione me la ricordo ancora: entrò in classe e senza presentarsi, iniziò a parlare dalla Scuola di Mileto, di Talete, Anassimene e Anassimandro e lo fece senza prima imbastire il classico “giro di nomi per conoscersi” che tutti gli altri prof facevano. Alla fine delle due ore, per me Talete, Anassimene e Anassimandro avevano perfettamente ragione tutti e tre. Praticamente mi era stata data, dopo la prima lezione di filosofia, buona parte delle risposte che cercavo, tranne “dove si va sabato dopo cena?”.

La strana caratteristica delle sue lezioni era che ogni volta che si passava da un filosofo all’altro, l’ultimo di cui si era parlato diventava immancabilmente “quello che aveva tutte le ragioni del mondo”. Aveva ragione Aristotele, aveva ragione Platone, per non parlare di quanta ragione avesse Kant. Ragione pura.

Ma aveva ragione anche quello che diceva che “homo faber fortunae suae”, o quello di “homo homini lupus”.

L’ho incontrato di nuovo qualche mese fa Alessandro e non ricordandomi se gli davo del tu o del lei, ho optato per il lei. Siamo rimasti tre minuti a parlare dei nostri ultimi venti anni e una buona mezz’ora a dissertare sul perché il televideo sia praticamente defunto. Internet non deve essere entrato molto nelle sue corde.

Non gliel’ho mai detto ma gli voglio bene. Se sono così è anche merito o colpa sua.

All’epoca della scuola mi creava una forte soggezione ma, arrivato alla fine della quinta, trovai il coraggio di fargli la domanda da un miliardo: “Prof, ma insomma, qual è di tutti i filosofi quello che ha ragione davvero, secondo lei?”

Lui mi guardò da dietro i suoi occhialini da presbite con lo stesso sguardo con cui Guglielmo da Baskerville avrebbe guardato Adso da Melk, tacque per alcuni secondi e mi rispose senza sorridere affatto: “Tutti!”

Credo che quello fu il giorno in cui iniziai a bere.

 

Nell’immagine, Sir Alec Guinness interpreta Obi Wan Kenobi in “Guerre stellari” di George Lucas (1977)

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Lapo e Lopo a scuola

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi dice: anche stamani sei arrivato puntuale!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi dice: anche stamani, sei arrivato?

Lapo: Ogni mattina vado a scuola con la cartella piena di libri, con l’astuccio, i quaderni e la merenda!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e quando arrivo dico sempre: madonna….la cartella!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi dice: “Se avessi due o tre ragazzi come te!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi dice: “Se avessi due o tre ragazzi come te, sarei un’insegnante di sostegno!”

Lapo: Ogni mattina vado a scuola con il grembiule e il fiocco celeste.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola con il grembiule, il fiocco celeste e tre o quattro frittelle sparse…sul grembiule.

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e faccio colazione con Kinder fetta al latte!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e faccio colazione con Kinder fetta al latte! Lecco la carta del suo! 

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e prendo dieci!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e prendo dieci scapaccioni da quelli di quinta!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi chiede i sette Re di Roma.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e la maestra mi chiede i sette Re di Roma: però quando arrivo a Pisolo, si incazza sempre!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e i miei compagni puliscono la lavagna con la cimosa.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e i miei compagni puliscono la cimosa con me.

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e lui mi copia.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e io lo copio. In questo si va d’accordo!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e prendo otto.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e prendo Otto… per la coda. Otto è il gatto della bidella!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e salto l’ora di religione.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e salto due ore di italiano.

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e sul quaderno la maestra mi ci scrive “Visto!”

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e sul quaderno la maestra mi ci scrive “Vispo…per niente!” 

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e mi mettono nella squadra di calcio della scuola!

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e mi mettono nella squadra di calcio di un’altra scuola… qualsiasi!

Lapo: Ogni mattina vado a scuola, il Preside entra in classe, legge i miei voti e mi fa i complimenti

Lopo: Ogni mattina vado a scuola, il Preside entra in classe, legge i miei voti e senza fare complimenti li gioca alla schedina: 1, 2, 1, x, 2

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e sui miei libri mi prendo sempre delle note.

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e sul registro mi prendo sempre delle note.

Lapo: Ogni mattina vado a scuola e per colpa sua la maestra mi dice: “Domani vieni accompagnato dai genitori!”

Lopo: Ogni mattina vado a scuola e per colpa mia la maestra mi dice: “Domani vieni accompagnato dai genitori!”…Tiè, tanto so’ orfano!

Duetto tratto dallo spettacolo “Mattaglia, il Senso della Vita” (2009) di Roberto Ricci e Giampiero Cito (con una strizzata d’occhio a Giorgio Gaber).

L’immagine è una delle innumerevoli versioni della campagna Mac vs Pc.