La Brenna, il Trombone, il Cavallo da Purga

Wild horse amongst cypress trees

Per la maggior parte delle persone nel mondo, un cavallo è un cavallo e basta. Per noi senesi un cavallo può essere una benedizione o una sciagura. E’ per questo che da noi non c’è un modo solo per chiamarlo. Un po’ come accade con la neve per gli Eschimesi.

La maggior parte dei Senesi ha un soprannome. Come in ogni piccola città, dove più o meno tutti si conoscono, una caratteristica fisica o un aneddoto del passato diventano un appellativo che rimane incollato addosso alla persona per tutta la vita. Anche i cavalli da Palio non escono indenni da questa pratica.

Esistono, infatti, attribuiti ai cavalli, dei nomignoli che, oltre al nome proprio, ne contraddistinguono le caratteristiche. Sia quelle fisiche, sia quelle legate ad una più o meno probabile speranza di vincere il Palio.

Oltre alla filastrocca popolare che individuerebbe la potenza e le qualità di un cavallo (detto “Balzano” per la somiglianza con lo stemma di Siena per metà bianco e per metà nero) dalla pigmentazione bianca sulle zampe, ci sono svariate categorie di cavalli da Palio: ad ognuna di esse i Senesi attribuiscono uno dei seguenti soprannomi:

La Brenna: è un termine che indica un cavallo con scarse probabilità di vincere. “Pare infatti che derivi da un’antica voce francese braine o baraine che significa cavalla sterile…si può dire che una brenna ha le stesse probabilità di vincere il Palio di quante ne abbia una persona sterile di avere un figlio” (Alessandro Falassi e Alan Dundes; La Terra in Piazza 1975). Bisogna infatti ricordare l’associazione simbolica tra la vittoria del Palio e la nascita di un bambino. La Brenna è quella che ti fa uscire di Piazza a testa bassa ma che, in alcuni rarissimi casi, può ribaltare le previsioni. “Attenti alle sorprese”.

Il Trombone: è il cavallo potente che tutti sognano di avere. Il termine “trombone” nel vernacolo senese indica il pugno dato in pieno viso. Avere in sorte un trombone equivale a fare male alle altre Contrade con un campione che è al massimo delle sue potenzialità. Però, se poi va male, il trombone lo prendi in faccia te…

Il Bombolone: è un sinonimo di Trombone anche se ha una derivazione etimologica diversa. La “bomba” è la leggendaria “mistura segreta” che veniva somministrata ai cavalli prima della corsa. Una miscela esplosiva da provocare una deflagrazione di energie e di felicità per la vittoria. Il bombolone è anche il dolce che i Senesi mangiano per tradizione la mattina delle Prove di Notte che si svolgono due giorni prima dell’inizio del Palio. Un dolce estremamente calorico e zeppo di crema. Una cosa piacevole da gustare come sarebbe piacevole vedersi assegnare un cavallo potente

Il Marcione: è un cavallo in pessime condizioni fisiche che di solito viene scartato durante la previsita e che quindi raramente prende parte al Palio.

Il Cavallo Nòvo: è un esordiente. Non ha mai corso in Piazza e quindi è un’incognita totale. Ci sono gli esperti che ti sapranno dare tutte le delucidazioni perché l’hanno visto correre in provincia e a loro potrai appoggiare le tue speranze. Anche se, si sa, “Monticiano non è Piazza del Campo”.

Il Cavallo da Purga: è un buon cavallo ma con quello è molto difficile vincere. Al Palio si purgano tutti quelli che non riescono a vincere ma, in modo particolare, chi ha le maggiori chances di vittoria e non la raggiunge. Il fatto che un cavallo sia “da purga” può dipendere dal fatto che non è pronto al momento della partenza, dalla sua mancanza di precisione nell’impostare le curve o per il fatto che è difficile rimanervi in groppa. Di solito un cavallo da purga ha corso molti Palii ma non ne ha mai vinto uno.

Come avviene per le persone, un cavallo che si guadagna un soprannome rimane per sempre categorizzato con esso.
Così Figaro, cavallo potente che ha corso molti Palii, è rimasto etichettato come “cavallo da purga” anche dopo aver vinto la carriera del 16 agosto 1988. Dio gliene renda merito.Pytheos e Urbino, cavallo scartati per manifesta superiorità, sono sempre stati considerati dei “tromboni”, mentre Ogiva e Fenosu, cavalli ai quali nessuno dava un grosso credito, nonostante la vittoria all’esordio sul tufo non sono stati mai ripresentati perché non ritenuti idonei alla Piazza, cioè delle “brenne”

Può apparire strano che si parli di animali allo stesso modo di come ci si comporta con gli esseri umani. Questo è però il risultato di un mutamento sociale che a Siena trova la sua massima espressione e il fulcro di un grande dibattito. A Siena i cavalli vengono trattati come persone. E come noi anche loro hanno un soprannome.

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