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Il foglio bianco, la tela bianca

In principio anche la Bibbia era un foglio bianco. In verità vi dico che anche il Vangelo era un foglio bianco prima che quei quattro si prendessero la briga di scriverci sopra. Erano un foglio bianco Pinocchio, la Divina Commedia, il Nome della Rosa e il Vernacoliere. Il foglio bianco è come la legge: è uguale per tutti. E come la legge, ognuno lo interpreta un po’ come gli pare. Il foglio bianco è la massima rappresentazione delle pari opportunità, della giustizia, dell’equità.
Lo spazio bianco, che sia un foglio, una tela o uno schermo di un computer, è l’infinità delle opportunità di scelta. E’ un incrocio con infinite strade possibili da percorrere. Scegliere una strada piuttosto che un’altra conduce inesorabilmente a destinazioni diverse e disparate. E può essere un viaggio straordinario oppure un disastro totale. Erano una tela ugualmente bianca la Primavera di Botticelli, la Monna Lisa, quello spazio su cui Pollock faceva gocciolare i suoi pennelli e tutte le tele in cui Fontana decise di infilare un coltello per vedere cosa ci fosse dietro. Ogni risultato è figlio di una scelta e ogni scelta è un’espressione di libertà. Comunque.
Ogni volta che ci troviamo di fronte ad un’opera dobbiamo ragionare su questo e magari ci verrà più difficile dire, davanti ad un Picasso qualunque: “Questo potevo farlo anche io”.

L’immagine è “Guernica”, la tela realizzata da Pablo Picasso nel 1937 e conservata nel Museo Reina Sofia di Madrid. Anche questa un tempo fu una tela bianca.