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La prima volta che del Superbowl guardai il Superbowl

Stanotte ho commesso un errore clamoroso: ho fatto le 4 e mezzo a guardare il Superbowl. Il bello è che non volevo guardare il Superbowl, volevo guardare la pubblicità del Superbowl.Speravo di vivere in un mondo ormai globalizzato dove i grandi brand che spendono milioni e milioni per passare trenta secondi tra un tempo e l’altro, avessero visibilità anche sulle reti non americane, che poi sono americane pure loro. Ci ho sperato perché erano le due di notte, ma a ripensarci a mente fredda, che idiota sono stato.

Da quando faccio il pubblicitario aspetto il giorno dopo il Superbowl per vedere la cosa che per me vale cento touch down: gli spot che escono per la prima volta in occasione di questo grande evento. E invece chi c’era ad aspettarmi? Cruciani! Quello della Zanzara, sì quello che maltratta la gente insieme al mio amico Parenzo. Mi sono immaginato che mi guardasse in faccia e mi desse del cretino a tutto schermo e davanti a tutti gli altri spettatori. Mi sono incassato nel divano e ho atteso una serie di insulti che fortunatamente non è mai arrivata.

E mentre il tempo passava mi sono accorto che miliardi di persone stavano davanti a uno schermo con un’interesse completamente diverso dal mio: scoprire chi vinceva. Così mi sono appassionato, specialmente quando ho scoperto che il quarterback della squadra che stava perdendo malamente era un derelitto che condivideva la propria abitazione con Gisele Bunchen. E’ stato lì che ho provato compassione per uno che riesce nello sport con sacrificio e che si trova a dover passare le serate con un angelo di Victoria Secret. So’ drammi. Ho iniziato a tifare per lui. C’è stata una rimonta clamorosa e alla fine abbiamo vinto. E chi se ne frega se tra gli spot c’è stato anche quello del Papa e io non ho potuto vederlo; chi se ne frega se per me il football era un film di Bud Spencer o un pistolotto di Al Pacino che tutti i guru della comunicazione continuano a propinarci. Chi se ne frega! Abbiamo vinto, cazzo!!!

Sono andato a letto felice. Felice fino a quando dal letto non è salita una voce che mi ha ringhiato: “Ma vieni a letto a quest’ora?”
“Abbiamo vinto il Superbowl!!! C’era anche Lady Gaga!”
“Te non capisci proprio una sega!”
Le restanti due ore e mezzo prima della sveglia sono passate in un rigoroso silenzio.

La vita va vissuta ingoiando bocconi amari. Centimetro dopo centimetro.
Buonanotte.

PS. Se volete, gli spot del Superbowl 2017 li potete vedere qui: www.superbowlcommercials.co